The Papergate

by Marc Taccone
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Il Watergate è un complesso edilizio del quartiere di Foggy Bottom, a Washington. Il Watergate ricopre un’area di 4 ettari, è adiacente al Kennedy Center, ed è composto da sei edifici al cui interno sono presenti appartamenti, uffici e, non sorprendentemente, un albergo.

Il complesso del Watergate

Nel 1972 è il teatro di uno scandalo che coinvolge il partito repubblicano, e più specificatamente il comitato per la rielezione di Richard Nixon, scandalo nato dalle intercettazioni che gli uomini di Nixon carpirono agli organizzatori democratici della campagna presidenziale.
Da quel momento gli scandali americani, soprattutto di stampo politico, vengono ridotti ad una parola col suffisso -gate, ma pochi sanno che il primo ad utilizzare quel suffisso per descrivere uno scandalo fu tal Frank Dolson, un cronista sportivo del Philadelphia Inquirer, che si occupava di seguire le vicende dei Philadelphia Bell, squadra di football americano in una delle numerose leghe semiprofessionistiche nate e morte in un amen.

Frank Dolson

Frank Dolson

Il 4 agosto del 1974 Frank scrisse che i Philadelphia Bell avevano mentito rispetto al numero di biglietti venduti per le prime due partite di campionato, asserendo che dei 120.000 biglietti staccati in realtà ne fossero stati venduti soltanto 20.000 regalando gli altri 100.000 in una operazione nota come “papering”.
Coniando il termine “papergate” Dolson ottenne una fama inaspettata e questo ridusse la WFL, World Football League, ad un ridicolo teatrino agli occhi dell’intera nazione, creando un clima di bancarotta in tutti i team della lega (tra cui degli antesiniani Charlotte Hornets), quando infine si arrivó alle dimissioni del presidente dei Philadelphia Bell, Jack Kelly, fratello di tale Grace che sarebbe volata oltreoceano per divenire principessa, nello stesso identico giorno di Richard Nixon.
In pratica i dirigenti dei Bell regalavano, a noti imprenditori della zona di South Philly, interi blocchi di biglietti per far si che l’attendance risultasse la stessa dei più blasonati Philadelphia Eagles, ma pagando meno tasse di quanto ci si aspettasse per le partite al limite della capienza del JFK Stadium e cercando di creare un’aura di successo intorno alla squadra col simbolo della città sul casco.

Il casco dei Philadelphia Bell

La lega morì il giorno (o l’anno) dopo ma i Bell furono in grado di creare una vera icona del football americano nella città dell’amore fraterno, grazie ad uno dei loro giocatori.
Ed ora dimenticate quello che credete di sapere sul più grande underdog degli Eagles, il barista e professore Vincent Francis Papale, protagonista della pellicola hollywoodiana “Invincible”.
Lo special teamer col numero 83, interpretato da Mark Wahlberg, tifoso in realtà dei Patriots, non passó affatto attraverso un “Open day” degli Eagles come si vede nel film,



ma venne visionato dagli scout ed invitato a partecipare ad una sessione privata con altri sconosciuti giocatori di Philadelphia. Notato per la sua feroce attitudine al placcaggio e per la notevole velocità, Vince riuscì ad entrare in squadra nel 1976, grazie all’intercessione con la proprietà del leggendario Dick Vermeil, coach degli Eagles, alla tenerissima età di 30 anni, restando nello special team per tre anni.

Papale si ritira dal football a 33 anni per un infortunio alla spalla, dopo tre stagioni giocate alla corte di Vermeil e dopo aver fatto risollevare le sorti di una squadra fino a quel momento in difficoltà. Ed è proprio grazie a Vince Papale, schierato nello Special Team di cui poi divenne capitano, che Vermeil riesce a ottenere la sua prima vittoria nella NFL contro i super rivali NY Giants, quando il suo “rookie” riesce nell’impresa di ottenere un fumble recovery.
A questo si aggiunge la sua unica ricezione nel 1977 contro i Buccaneers, uniche 15 yard ricevute da questo giocatore.

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