Quinto Down, La Rivista del Football Americano

by Piero Cabianca
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Alcuni di voi ci hanno chiesto cosa fosse “Quinto Down”, rivista da cui abbiamo mutuato il titolo della nostra rubrica.
Volete sapere cos’è stata o volete sapere cos’ha rappresentato?
A quel tempo, gli anni ’90 del secolo scorso, c’erano due vie principali per la divulgazione del nostro sport: la carta stampata, con trafiletti sui giornali, specie locali, o riviste sportive, anche specializzate e la televisione che però mostrava poco o niente football americano made in Italy. Eccetto, ad esempio alcuni spezzoni video di partite che venivano trasmessi su RAI 3.
Erano ancora lontani i social media ed i canali di distribuzione streaming online, che oggi hanno permesso la nascita di molte pagine e siti dedicati consentendo una fruibilità che un tempo era impensabile.
Infatti negli anni 80, con il boom di consensi del nuovo sport da oltreoceano, avevano proliferato le riviste patinate, a colori, del football americano sia casalingo che U.S.A.: Touchdown, Super Football, Super Bowl, Probowl, Tutto Football, Play-off, BIG, Sport US e Quaterback.
Però con la crisi dei primi anni ‘90 i costi di gestione di quei magazine, sono diventati insostenibili e molte testate hanno dovuto chiudere.

Alcune riviste e giornali sul football presenti on Italia negli anni '80

Alcune riviste e giornali sul football presenti in Italia negli anni ’80

Il movimento che negli anni 80 era cresciuto in maniera esponenziale si stava ridimensionando.
Era il 1992, di lì a poco “Mani Pulite” sarebbe esplosa, portando moltissime aziende a ritirare le sponsorizzazioni per problemi economici e per evitare controlli finanziari da parte delle autorità.
La gestione allegra di molte società sportive e di diverse federazioni aveva portato buchi di bilancio, ed anche la nostra non fu immune a questo destino.
Quell’anno i campioni d’Italia erano i Giaguari Torino, e nacque un progetto nuovo: “Quinto Down, La Rivista Del Football Americano”.
Un progetto di Massimo Terracina, Renzo Bissoli, Fabio Pirani, Massimo Portunato e con la collaborazione di pochi altri, misero su una rivista che:
“Si svilupperà su base mensile quando i campionati saranno fermi e diventerà settimanale durante lo svolgimento dei tornei, per aggiornare gli appassionati sull’andamento del football, in tutte le sue forme da quello domestico a quello della National Football League, dai College alla World League all’European Football League”, come si legge proprio nell’editoriale di Terracina nel primo numero.
Dedicata principalmente alle cronache dai campi di prima, seconda e terza divisione (le serie A1, A2 e B), grazie alle “News From…” tutte le società potevano disporre di spazio, nei termini comunicati ai presidenti, e ci si potevano trovare lunghi approfondimenti su giovanili, flag e Coppa Italia.

Massimo Terracina con la divida dei Towers Bologna

Massimo Terracina con la divisa dei Towers Bologna

Sentito Massimo Terracina, ci racconta come il nome volesse mutuare l’idea di “terzo tempo” del rugby, cioè un momento post partita dove, a bocce ferme, si potesse discutere insieme di gioco e sport, liberamente.
La rivista veniva distribuita in alcune edicole, spedita a negozi ed attività che ne facevano richiesta, e per un po’ alle società affiliate alla FIAF. Non c’era possibilità di abbonamento.
Costituita da alcune facciate, una ventina circa, in bianco e nero, si proponeva di sopravvivere grazie al suo sistema editoriale poco dispendioso.

Editoriale del numero 1

Editoriale del numero 1

La redazione di Quinto Down

“Semplicemente un ricettacolo in cui far apparire tutte le notizie del football americano per informare sul come, sul dove, sul quando : una tribuna di confronto sull’operato di Fiaf e Lega, a cui non saranno risparmiate né critiche nel oggi ma con estrema chiarezza sincerità e dignità” si legge ancora, citando Terracina, che ci racconta come in un piccolo ufficetto, la redazione, composta per lo più da tre persone, metteva insieme foto e testi che raccoglieva via fax, brevimano o telefonando ai custodi dei campi, per farsi passare presidenti e dirigenti, spesso introvabili, perché impegnati nelle attività post partita, ed aspettando appesi alla cornetta (i cellulari erano rarissimi ed ingombranti) di avere notizie e commenti freschi da poter impaginare e pubblicare.
Un lavoro improbo e con poche risorse.

La copertina del numero 1 della rivista


Intanto, ai quattro angoli del Paese, le squadre di tutta Italia, anche e soprattutto le più piccole, aspettavano l’uscita dei preziosi numeri, in alcuni località introvabili, della rivista, per essere aggiornati sull’andamento è sullo svolgimento delle partite nei vari campi, carpire informazioni sugli avversari, oppure sui propri idoli, oltre che avere notizie fresche da oltralpe.
È ancora molto interessante rileggere gli articoli a distanza di 30 anni. Alcune situazioni non sono state superate nonostante il football odierno sia molto diverso sia per gioco che per organizzazione, ed alcune problematiche endemiche del Nostro rimangono sospese; però si riescono a vedere in quegli anni, in nuce, alcune iniziative che poi hanno avuto molto successo dalla Flag alle giovanili, alle versioni rivedute della Coppa Italia a 8 giocatori…
Ad esempio nel secondo numero ci si chiedeva “che fine hanno fatto Rhinos, Seamen, Scorpions …?“.
Tutte società che per fortuna oggi sono rinate e che godono di ottima salute; anche la nazionale aveva avuto uno stop di arresto, dopo i fasti dei campionati europei degli anni 80 e si chiedeva a Brambilla di riportare in auge l’obiettivo, per i giocatori, di far parte del Blue Team. Obbiettivo oggi centrato appieno, come l’ultima vittoria proprio agli Europei ha dimostrato.
Erano gli anni di Giocatori come Bobby Davis, Mauro Dho, Garry Grayson, Mutti, Barbotti, Campagna, Beck & WhitehouseGiogio Longhi e tanti altri nomi storici del campionato.


Le squadre di A1 erano:
• Giaguari Torino
• Gladiatori Roma
• Chiefs Ravenna
• Angels Pesaro
• Pharaones Nord Milano
• Python’s Milano
• Frogs Legnano
• Lions Bergamo
• Jets Bolzano
• Phoenix San Lazzaro
• Towers Bologna
• Warriors Bologna
• Apache Firenze
• Aquile Ferrara

Alla fine del Campionato di A1, quell’anno si imposero i Pharaones, per 35 a 25, sui Lions Bergamo, futuri dominatori in Italia ed Europa, una squadra che aveva scalato le classifiche in pochi anni, partendo dalla serie B e che strada facendo aveva raccolto molti dei migliori giocatori disponibili, come Bellora, Vissa, Orsi, Bravetti e molti altri, oltre ad avere forti giocatori stranieri come Fine Unga RB ed il QB Matthew Booher.
Nel giro di un paio d’anni i Pharaones però sparirono, i giocatori furono assorbiti da altre compagini, ed anche l’A1 passo da 14 a 8 Squadre, con molte società che sparirono o preferirono autoretrocedersi in seconda serie, per ragioni economiche.


Ed anche Quinto Down chiuse i battenti, dopo 17 numeri, per mancanza di fondi e risorse.
E si infransero le speranze dei molti che credevano un progetto del genere potesse trovare l’appoggio dei più e sviluppasi col tempo, ingrandendosi, invece che essere lasciato naufragare.
Per molto tempo, poi, avere notizie ed informazioni sul campionato giocato in Italia divenne molto complicato.
Le riviste patinate a colori dedicate al nostro sport non tornarono più, tranne qualche sporadica iniziativa delle singole società (proprio i Pharaones pubblicarono alcuni bellisimi Year Books di squadra), esi dovette aspettare l’avvento del personal Computer, poi delle trasmissioni streaming e delle TV a pagamento, per riprendere ad aggiornarsi in maniera costante.
Quinto Down, così, è rimasto nell’immaginario collettivo dei giocatori di quegli anni come l’ultimo tentativo di realizzare una rivista organica dedicata a giocatori ed appassionati.

Oggi Massimo Terracina, Direttore Responsabile della rivista all’epoca, ed uno dei protagonisti della divulgazione del nostro sport da quegli anni, oggi si occupa di giornalismo turistico ed è Direttore di 2MORROW.it .

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