LA PASKEDINA 2022 #7: Mind the Gap!

by Simone Paschetto
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Il simpatico avviso che esce degli altoparlanti nella metropolitana di Londra, suona come utile avvertimento rispetto a questo strano anno di football. Il gap, o divario, nel nostro caso è quello tra la bellezza di un campionato molto combattuto e il nulla che provoca a livello emotivo. Lo guardiamo i pochi e lo commentiamo in pochissimi, risultato, sembra che non succeda niente.

Un po’ come quando cade un albero nella foresta, se non c’è nessuno a vederlo o a sentirlo, di fatto, è come se non accadesse. Quindi ci stiamo perdendo un campionato stupendo. Un po’ come negli anni ’90, senza giornali, senza social, con mezzoretta scarsa a orari variabilissimi su Rai 3. Peccato. Però trenta anni fa, quella era la realtà e anche solo chiamare compulsivamente il centralino FIAF alla Domenica sera per sentire i risultati decantati dalla segreteria telefonica, provocava delle emozioni vere.

Tutto questo per il sottoscritto è un problema, perché diventa difficile ragionare solo ed esclusivamente sui fatti, se questi non provocano emozioni e quindi, conseguenze.

Provo a leggere la realtà del football anche alla luce della realtà vera e propria, ma anche qui… si susseguono monotemi tragici ad altri monotemi tragici e a un certo punto diventa anche noioso, ci siamo abituati a parlare di morte come parlassimo del prezzo della benzina.
 In un contesto del genere, tutto diventa estremamente indifferente e provocare emozioni e dibattito, molto difficile.

Potremmo parlare del ritorno dell’Italian Bowl al Dall’Ara, a 36 anni di distanza dalla partita con più pubblico della Storia del football italiano, ma non posso di nuovo dire che non ha senso avere 3000 persone in uno stadio che ne contiene almeno dieci volte tanto, non ne ho voglia, sono ragionamenti che cadono nel vuoto, nel vuoto del football italiano anno 2022.

Eppure avevo letto che dopo le pandemie c’è un’esplosione di vitalità, quindi o la pandemia non è finita o la vitalità la stiamo incanalando male.

Amen, a 43 anni sto iniziando a capire che non posso farmi carico di ciò che non posso controllare.

Almeno una soddisfazione è arrivata dai pronostici: primo en plein dell’anno! 3 su 3 (e quarto pronostico finito in quarantena) con totale a 12 su 17, stiamo migliorando dopo un inizio molto difficile.

Tutto considerato, quest’anno diventa uno spartiacque, se le cose dovessero prendere una piega poco soddisfacente, rimane una soluzione comoda:

 

Pronostici:

GUELFI-MASTINI

Non c’è davvero molto che si possa dire per rendere questo pronostico interessante. E’ il campionato del “tutto è possibile”, ma a quel tutto c’è un limite. Perché dovrei pronosticare diversamente da quanto suggerisca la realtà? Sarebbe complicarsi la vita inutilmente, arte di cui i Guelfi erano maestri, lo scorso anno. 

Già l’ultima giornata, ad Ancona, i Mastini hanno sofferto moltissimo senza il QB titolare. Se confermata l’assenza di Watkins, avremo una partita con entrambi i QB starter italiani, ma, se confermata, l’assenza di Watkins riduce al minimo le possibilità di vittoria dei Veronesi. Non c’è tempo, né spazio, per pronostici clamorosi, la Paskedina ha bisogno di stabilità: 1 fisso.

SEAMEN-WARRIORS

Non c’è davvero molto che si possa dire per rendere questo pronostico interessante bis. All’anagrafe questo dovrebbe essere un partitone, perché Milano-Bologna questo è sempre stato, sono le due capitali del football italiano. Ma la Storia del football parla chiaro, c’è modo e modo di essere protagonisti, Milano ha sempre scelto la via più pratica e concreta, Bologna quella più epica ed estemporanea, risultato: 11 Scudetti a Milano e 4 per Bologna. Ogni partita fa o può fare storia a sé, ma i Seamen visti fino ad oggi non sembrano in grado di incappare in una giornata storta e comunque non con i Warriors, perché quelli visti finora non sembrano in grado di incappare in una giornata dritta. Da ultimo, girano voci di tensioni tra la dirigenza bolognese e il pur buon Cousineau, nel caso fosse vero, non il miglior modo di presentarsi al Vigorelli versione Joe Avezzano Stadium: 1 fisso.

DUCKS-VIPERS

Questa partita è un pronostico potenzialmente interessante. Roma è una città difficile per il football e le sue squadre, specie in Prima Divisione, hanno sempre raccolto molto meno di quanto avrebbero potuto. I Ducks non fanno molto eccezione. Buon team, ma senza esagerare, risultati buoni, ma senza esagerare, manca il salto di qualità, anche a livello di roster, è buono, ma senza fenomeni in grado di portare i romani da certa semifinalista senza possibilità di vittoria a vera aspirante al titolo. I Vipers sono ancora troppo poco intelleggibili, complici calendario e Covid, hanno fatto vedere tutto e il suo contrario. Per entrambe è una partita-verità. Chi la vince può trovare qualche certezza, chi la perde farà fatica a capire perché e come uscirne. Sono molto in difficoltà, entrambe le squadre hanno possibilità di vincere o di buttare letteralmente via la partita. In questo però sono più “ferrati” i Romani e non tutte le squadre hanno l’ingenuità giovanile dei Rhinos, per cui la butto lì: 2!

 

La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po’ dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C’è rimasto ben poco che possa morire.

(Charles Bukowski)

 

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