La pallottola

by Marc Taccone
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È il 1964, nello stadio olimpico di Tokio si sta per correre la finale dei 100 metri piani, sulla pista in terra rossa (il tartan arriverà qualche anno dopo) ci sono dei piccioni che bivaccano, il pubblico è generoso ma freddo, del resto sono giapponesi, e la temperatura è perfetta.

Robert “Bullet Bob” Hayes a Tokio

In corsia n.1 c’è un ragazzone pieno di muscoli che sorride sempre. Robert “Bullet Bob” Hayes.

Il ragazzone poi prende un po’ di pausa e si ripresenta sulla pista per correre la staffetta 4×100, è ovviamente l’ultimo frazionista. L’URSS parte bene, seguita dagli azzurri e dagli USA, dopo tre frazioni, sul rettilineo gli USA hanno recuperato una posizione, quando il testimone arriva nelle mani di Hayes. La frazione di Bullett Bob è un capolavoro, i cronometri dell’epoca non sono quelli di adesso e non si può sapere che tempo di frazione abbia piazzato, ma in tempi recenti usando le immagini dell’epoca si è stati capaci di registrare un non ufficiale 8.9. Nel 1964. Sulla terra rossa. Ovviamente il tempo di squadra di 39” diventa record mondiale e olimpico.


Ma la storia non finisce qui, tornato a casa da eroe nazionale Bob Hayes comunica che ha finito con l’atletica e che ha deciso di accettare l’offerta ricevuta da una squadra di football americano, entrata nella lega cinque anni prima e con l’obiettivo di crescere al livello delle aspirazioni dello “stato del football”, il Texas.

Però qui si necessita un passo indietro, a quando Robert Lee Hayes è uno studente della Matthew Gilbert High School di Jacksonville dove stabilisce a 18 anni il record mondiale sulle 60 yards essendo il primo a scendere sotto i 6”.

Nel 1962, a 20 anni, stabilisce il record mondiale delle 100 yards con 9.2” e nello stesso anno lo migliora in 9.1” ed è in questa occasione che la stampa nazionale lo fa diventare famoso coniando il soprannome di “Pallottola Bob” e lo porta all’attenzione di Gil Brandt, capo del personale della squadra più ambiziosa, in quel momento, della NFL: i Dallas Cowboys, che lo scelgono al successivo draft per acquisirne i diritti nonostante il fatto che Hayes abbia giocato a football americano per un tempo breve in Florida.

Bob Hayes al liceo

E il 1965 è l’anno in cui Bullet Bob Hayes approda nel campionato professionistico americano da esimio sconosciuto agli addetti ai lavori ma già nell’olimpo dello sport a stelle e strisce, e approda nella squadra guidata in campo da Roger Staubach, Capitan America, che trova subito un gran feeling con Hayes e gli lancia la palla così tanto che Pallottola Bob distrugge per due anni di fila tutti i record precedentemente detenuti dai WR.

Nel 1967 Bob Hayes inventa la copertura a zona, o meglio, a causa sua i coordinatori delle difese di tutta la lega inventano le coperture a zona visto che a uomo è immarcabile per chiunque.

“La pallottola” in azione con la maglia dei Cowboys

Un’altra invenzione dovuta a Bob Hayes la mette in campo Tom Landry, l’uomo col cappello, che, per sfruttare al meglio le capacità del #22, inventó lo schema “quick screen”, e il 1972 è l’anno della definitiva consacrazione, quando con la vittoria finale dei Dallas Cowboys, quando la big D ottenne il suo primo anello, che quel ragazzone sorridente, Robert Lee “Bullet Bob” Hayes diventa l’unico sportivo ad aver mai vinto una medaglia d’oro olimpica e un Super Bowl.

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