Capitano della squadra campione d’Europa, che sensazioni ti danno queste parole?
Stimo tutti i miei compagni in nazionale perché condividono la mia stessa idea di football e già prima della vittoria avevamo stretto tutti un legame fortissimo. Il divertimento con la nazionale si genera nell’allenarsi e giocare a football sempre meglio. È un onore essere stato nominato capitano di questo gruppo di persone e avere l’opportunità di mettere a servizio del gruppo la mia esperienza. Spero che il mio esempio possa continuare ad essere un riferimento per il gruppo.
Coach Giuliano ha detto che a fare la differenza è stato il fatto che avete “lavorato” più delle altre nazionali. Quanto ha influito questo nelle prestazioni?
Condivido pienamente. C’è più talento e tanta gente è maturata rispetto all’europeo di Lignano. Però il tratto distintivo rispetto alle altre squadre sono stati l’unione del gruppo, la fame di vittoria e la voglia di lavorare. Grazie all’ambiente che si è creato abbiamo fatto davvero tanti raduni tutti mantenendo un ritmo di allenamento altissimo. Ci siamo allenati in periodi dell’anno opposti al campionato eppure il livello di preparazione di tutti era sempre altissimo e riuscivamo sempre a fare tante tante ripetizioni. Contro l’Austria la coesione e l’affiatamento ci hanno mantenuto calmi e fiduciosi quando eravamo sotto con il punteggio e ci hanno permesso di rimontare. Contro la Francia la partita non si è giocata perché siamo stati chiusi in base 10 giorni evitando qualsiasi contatto con il Covid, al contrario dei Francesi che così non hanno fatto. Contro la Svezia erano due anni che non giocavamo insieme, eppure eravamo talmente preparati che siamo partiti in mis-season form.
Questa vittoria è secondo te un’espressione reale della crescita individuale e tecnica dei giocatori italiani o solo una serie di eventi favorevoli?
Questa vittoria è frutto dell’audacia di tanti atleti, non solo quelli a roster contro la Svezia ma tutti quelli che hanno partecipato ai raduni che hanno fatto di tutto per competere al meglio delle loro possibilità, scalando letteralmente l’Europa da Israele alla Svezia passando per l’Austria e la Francia. Le esperienze all’estero di Vergani, Bonanno, Fanti, Ferrari, piuttosto che la presenza di atleti come Pastorino, Suppa, Michitti, Alfieri, Pircher, Deaiana, Runco che venivano dall’estero per giocare con noi ci dato fiducia: lavorando potevamo competere con chiunque. La vittoria con l’Austria è servita a darci conferme e fiducia.
Cosa ti aspetta nel prossimo futuro? E nel 2023 i mondiali…
Nel prossimo futuro piu vicino mi aspettano i miei compagni di squadra a Parma per allenarsi per la stagione che viene. Poi verranno le competizioni di quest’anno, vogliamo vincere in Italia ma ci stiamo preparando per fare bene anche in Europa adesso tutte le squadre italiane hanno una targhetta da difendere e contro di noi giocheranno tutti ancora più agguerriti di prima.
Per il Mondiale, vediamo. Il posto non è garantito e me lo devo meritare. Mi sto già allenando.
Infine una dedica a quelle persone che sacrificano il loro tempo con te per permetterti di giocare, bene, a football americano, chi sono?
Voglio ringraziare la mia famiglia che mi supporta sempre e comunque. il giorno del Italian bowl è nata mia nipote in Svizzera e ultimamente non ho potuto andare a spesso a trovarla, voglio essere più presente per vederla crescere.