Il mio OJ

by Piero Cabianca
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Quanti di voi ricordano OJ Simpson?
Forse nel mondo lo ricordano più per il caso di omicidio della moglie ed il processo che ne è seguito, che per le sue imprese sportive tra dei professionisti della NFL.
Nel ‘92 fu inseguito dalla polizia. Lui che scappava fu mostrato in Televisione.
All’epoca anche la mia nonnina giurava che aveva visto le immagini di lui che uccideva la moglie in diretta, al telegiornale.
Questa era la portata di quella notizia.
Molti credono ancora oggi che sia stato condannato ed incarcerato per quel delitto.
Le cose, come vedremo, stanno però in maniera molto diversa.
Fattostà che, comunque, OJ Simpson non è stato “uno che giocava a football americano”, bensì è stato uno dei runninback più forti della storia di questo sport.
Personalmente, per molto tempo, ho pensato fosse il migliore!

O.J. Simpson

O.J. Simpson negli anni ’70

THE JUCE, certo, se la giocava con il grandissimo “Sweetness” Walter Payton, ma il suo stile, la sua potenza e la sua naturalezza, sono state uniche nella storia.
Altri runningback sono venuti poi a contendergli i primati. Ma alcuni non potranno mai essergli tolti, e sebbene non si possa dire che la sua figura sia stata ne limpida, ne un esempio da imitare, il suo valore atletico ed sportivo resta assoluto.
Non molto tempo fa Maradona è stato pianto dai suoi fans, senza guardare in faccia granchè al suo modello di vita. Possiamo fare un discorso simile anche per OJ? Maradona era un uomo di eccessi conosciuti e portati spesso alla ribalta, ma sono stati percepiti dai più come azioni che non hanno fatto troppo male se non a lui stesso. El pibe de oro è ricordato da quelli che l’hanno conosciuto come un uomo di grande generosità e simpatia. Cercava anche un impegno “politico”, avendo per amici alcuni “grandi” della terra, e manifestava affetto per gli ultimi della terra che, come lui, erano cresciuti senza mezzi.
Per OJ il discorso è diverso.
Sostanzialmente è stato un’ uomo solitario, che ha raggiunto il successo in campo prima, al cinema poi. Sul campo, negli anni ’60 e ’70, Simpson ha aggredito, schivato ed eluso con grazia ed istinto i difensori, mentre eludeva anche la sua responsabilità sociale nei confronti del movimento per i diritti civili. Sarebbe scivolato attraverso un varco nella difesa e avrebbe usato i suoi doni per lasciarsi alle spalle difensori e compagni di squadra, non diversamente dal modo in cui ha navigato nei campi minati politici e sociali dell’America, lasciando dietro di sé la sua identità, le persone ed infine, per molti, la sua dignità.
Usava dire “io non sono nero, sono OJ!”.
L’omicio, in realtà per molti irrisolto, della moglie, lo ha poi spedito nel baratro, condannato da gran parte dell’opinione pubblica e dei media, tanto che una volta finito il clamore e la notorietà,
si è ritrovato a vivere di espedienti che lo hanno di fatto portato, questa volta si, in carcere.
Dove ha scontato una lunga pena.
Non era più simpatico a nessuno, ed anche i suoi meriti sportivi sono passati in secondo piano e dimenticati.

– Ma chi era e che fine ha fatto OJ?
Orenthal James “OJ” Simpson, il cui nome fu scelto da una zia, è nato il 9 luglio 1947 a San Francisco.
Da bambino, soffriva di rachitismo, tanto che ha dovuto indossare bretelle alle gambe fino all’età di cinque anni. I suoi genitori furono figure controverse e si separarono nel 1952. Ha giocato per i Lions della Galileo High School di San Francisco. Dal 1965 al 1966, Simpson è stato uno studente al City Community College di San Francisco, dove era noto per la sua velocità e inafferrabilità.
Ha giocato sia in attacco, come running back, che in difesa, come defensive back ed è stato nominato nella squadra All-American del Junior College come running back. Ha ottenuto una borsa di studio alla University of Southern California, dove ha giocato running back nel 1967 e 1968.
Nel 1967 ha guidato la classifica nazionale nelle corse, quando ha corso per 1.451 yards e stabilito il record di squadra, e segnato 11 touchdown. Anche l’anno successivo ha guidato la classifica nazionale con 355 carries per 1.709 yards, stabilendo ancora il record di squadra per yards guadagnate. Ha giocato nella partita USC contro UCLA del 1967 ed è stato candidato all’Heisman Trophy anche da junior.

OJ nel periodo agli USC Trojans

La sua corsa di 64 yard per il touchdown del pareggio nel 4° quarto, vinta poi con il punto addizionale, è considerata la più grande giocata in una delle più grandi partite di football del 20° secolo. Un’altro suo drammatico touchdown è il soggetto del dipinto ad olio di Arnold Friberg “O.J. Runs for Daylight”.

Il dipinto di Arnold Friberg “O.J. Runs for Daylight”

Simpson ha anche vinto il Walter Camp Award nel 1967 ed è stato nominato All-American nel 1967-1968, ha giocato in due partite del Rose Bowl e ha vinto l’Heisman Trophy come miglior giocatore di college della stagione nel 1968.
Ha anche corso nel quartetto della USC che ha battuto il record MONDIALE nella staffetta sprint 4×110 yard ai campionati su pista NCAA a Provo, Utah.

Simson nel campo di atletica

Simpson nel campo di atletica

Simpson è stato inserito nella College Football Hall of Fame, e uno dei migliori di sempre in assoluto nel 1983.
Veniva chiamato “The Juice” a causa delle sue corse fluide e perché le sue iniziali potevano proprio significare “succo d’arancia”, Orange Juice.
E’ stato la scelta numero uno al draft dei Buffalo Bills dell’American Football League (AFL) nel 1969. L’anno successivo l’AFL si fuse con la National Football League (NFL), ed i Bills diventarono parte dell’American Football Conference (AFC) della NFL
Nel 1973 Simpson ha stabilito il record di yards guadagnate di corsa in una sola stagione, in quella che fu probabilmente la migliore stagione per un running back nella storia della NFL.
Quell’anno è stato nominato MVP della lega e ha superato il record di Jim Brown dei Cleveland Browns di 1.863 yards.
Non solo: Simpso è stato anche il primo running back a correre per più di 2.000 yards in una stagione.

In corsa per i Buffalo Bills

Seguendo la sua linea offensiva, argutamente soprannominata “The Electric Company” perché accendevano “The Juice”, Simpson ha corso per 2.003 yards.
I Bills però non furono mai una squadra competitiva nemmeno con lui. Gli infortuni alle ginocchia, poi, spinsero i Bills a cederlo nel 1978 ai San Francisco 49ers, e si ritirò dopo la stagione 1979.
Il suo record di 23 touchdown segnati nella stagione 1975, resistette fino al 1983, e il suo record di yards guadagnate di corsa della stagione 1973 durò fino al 1984, quando fu battuto da Eric Dickerson. Simpson ha guidato l’AFC quattro volte in yards corse nel 1972,73,75,76. La sue yards totali guadagnate in carriera, 11.236, erano la seconda performance di tutti i tempi al momento del suo ritiro.
È stato inserito nella Pro Football Hall of Fame nel 1985.
Nonostante la sua struttura imponente, non era un corridore solo di potenza: era runner esplosivo ed opportunista.
Solo altri sette running backs hanno battuto il suo record.
Eric Dickerson dei Los Angeles Rams è stato il successivo, guadagnando 2.105 nel 1984.
Altri sei running back hanno superato quella soglia , entrando nel club da 2.000 yards.

  • 1997 Barry Sanders, Detroit Lions, 2.053.
  • 1998 Terrell Davis, Denver Broncos, 2.008.
  • 2003 Jamal Lewis, Baltimore Ravens, 2.066.
  • 2009 Chris Johnson, Tennessee Titans, 2.006.
  • 2012 Adrian Peterson, Minnesota Vikings, 2.097.
  • 2020 Derrick Henry, Tennessee Titans, 2.020.

Solo lui ha corso per 2.000 yard prima del 1978, quando la NFL è passata da una stagione regolare di 14 partite a una stagione di 16 partite.
Le 2.003 yard di Simpson in 14 partite con una media di 143,1 yards a partita, è la più alta media di una singola stagione per partita nella storia della NFL. Brown è lontano, secondo a 133,1 yards a partita. Se utilizziamo la media per partita moltiplicata per una stagione di 14 partite, la NFL ha solo un corridore da 2.000 yards nella sua lunga storia: Orenthal James Simpson.  Se la media di 143,1 di Simpson fosse applicata a una stagione di 16 partite, sarebbe facilmente il miglior corridore di tutti i tempi della NFL.  Avrebbe guadagnato 2.290 yard, 160 yards in più rispetto alla proiezione di 16 partite di Brown di 2.130 yards.
Dopo il ritiro dal football, ha iniziato nuove carriere nella recitazione e nella trasmissioni sportive di football: raggiungendo la fama grazie al ruolo comico dell’improbabile agente Nordberg nei film “Una pallottola spuntata”.

– L’imputato al processo del secolo
Il 13 giugno 1992 nella sua casa di Brentwood a Los Angeles, in California, furono ritrovati i cadaveri della ex moglie trentacinquenne di Simpson, Nicole Brown, dalla quale aveva divorziato nel 1992, e dell’amico Ronald Lyle Goldman.
OJ stava prendendo un aereo per Chicago.
Quando fu avvertito che la sua ex moglie era stata assasinata, lui non chiese: «Come è successo?», ma scoppiò a piangere e, quando poi verrà interrogato qualche ora più tardi, gli inquirenti scoprirono che aveva una ferita da taglio alla mano. Successivamente scoprirono anche molte denunce per violenza domestica che Nicole aveva presentato nel corso degli anni e che erano sempre state ignorate.


Il 17 giugno la polizia si presentò per arrestare OJ, ma lui scappò dalla porta sul retro, sulla sua Ford Bianca, con una pistola, il passaporto e 8.000 dollari. Una scena famosa quanto tragica.
L’inseguimento durò 9 ore, con volanti ed elicotteri, e venne trasmesso in diretta da tutti i network televisivi, proprio durante la finale Nba; 95 milioni di spettatori seguirono lo spettacolo.
Simpson fu arrestato e accusato dei due omicidi; lui si dichiarò non colpevole.
Il suo lungo processo televisivo a livello nazionale diventò il fulcro di uno spettacolo mediatico senza precedenti. La giuria, infine, assolse Simpson dalle accuse di omicidio il 3 ottobre 1995, soprattutto a causa di errori e vizi di forma.
Ma il vero responsabile del fallimento dell’inchiesta fu il detective che raccolse le prove sul luogo del delitto, Mark Furhnam, un razzista convinto che mentì in aula e fu condannato a tre anni e cacciato dalla polizia.
Simpson in seguito ha pubblicato, con Pablo F. Fenjves, il libro “If I Did It”, «Se l’avessi fatto io» in cui ipotizzava, in forma di sogno, come avrebbe commesso lui gli omicidi.
L’indignazione pubblica ne ha impedito la pubblicazione iniziale nel 2006, ma un tribunale fallimentare ha successivamente assegnato i diritti del libro alla famiglia Goldman, che ha pubblicato l’opera nel 2007.
In una decisione separata del processo civile nel 1997, si ritenne OJ responsabile della morte della sua ex moglie e di Goldman e fu condannato a pagare $ 33,5 milioni di danni alle famiglie, convincendo tutti della sua colpevolezza. Ma è molto probabile ci fosse sotto anche lo zampino del razzismo.
In seguito il serial killer Glen Edward Rogers, detenuto nel braccio della morte, nel 2012 avrebbe confessato al fratello Clay e ad un criminologo, di essere il vero autore del duplice omicidio, affermando quindi l’innocenza di OJ Simpson, come stabilito all’epoca dal processo.


Rimasto comunque senza soldi, dopo aver già pagato decine di milioni ai suoi avvocati, OJ venne sfrattato dalla sua tenuta e tutte le sue proprietà vennero messe all’asta, compresi i trofei sportivi, ai quali era legato in modo ossessivo.
Anni dopo, nel 2007, OJ si trovava a Las Vegas per un matrimonio. Lì venne a sapere che due commercianti di cimeli avevano alcuni dei suoi inestimabili oggetti da collezionismo: una maglia autografata, dei premi e la foto autografata con il capo dell’FBI, J. Edgar Hoover. Si trattava di articoli di grande “valore affettivo”, per lui. Il 16 settembre 2007 venne ancora arrestato, questa volta per rapina a mano armata e tentato sequestro di persona, insieme ad alcuni amici. In tribunale dirà di aver voluto riprendersi quegli oggetti che, a suo avviso, gli appartenevano di diritto, ma ammise di aver organizzato una finta vendita di cimeli per indurre i commercianti a portare con sé gli oggetti, dei quali poi si impossessò, ma negò che lui o alcuno dei suoi complici avessero delle armi. Fu però incastrato dalla confessione di uno dei suoi complici, che nel patteggiare con la polizia ammise di aver portato, insieme ad altri, una pistola e di averla mostrata ai commercianti.
Nel gennaio 2008 Simpson tornò in carcere a Las Vegas nel Nevada per scadenza dei termini di libertà su cauzione e il 4 ottobre 2008, dopo tredici ore di camera di consiglio, la giuria lo riconobbe colpevole.

OJ duraante la detenzione

Il 5 dicembre 2008 Simpson venne condannato a trentatré anni di carcere per rapina e sequestro di persona di cui i primi nove senza possibilità di libertà vigilata.
È uscito di prigione 2017 per scontare i successivi anni in libertà vigilata; la decisione venne confermata il 20 luglio 2017 da una commissione al termine di un’udienza durata meno di mezz’ora. Dopo il regime di libertà vigilata, oggi è un uomo libero.
Vive in Nevada, commentando il campionato di Nfl sui social.
Nel 2019 il suo profilo Twitter, @TheRealOJ32, ha raccolto oltre 700 mila follower in una settimana, il suo primo video è stato visualizzato da 12 milioni di spettatori.
Non possiamo tornare indietro e correggere i maltrattamenti alla moglie, gli abusi ed i crimini di cui Simpson è responsabile.
Dal punto di vista umano sicuramente è un pessimo esempio ed un modello negativo.
Ma non commettete l’errore di sottovalutare il fatto che comunque sia O.J. Simpson è stato, nei suoi il miglior running back che la NFL avesse mai visto, e uno dei migliori di sempre in assoluto.

OJ Simpson ha 4 figli: Sydney Brooke Simpson, Jason Simpson, Justin Ryan Simpson, Arnelle Simpson.

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