American Underdog

by Giorgio Bianchini
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I miracoli esistono per chi ci crede. Per chi non conosce il significato della parola “impossibile”.
La prova vivente di tale evento porta il nome di Kurtis Eugene Warner, idolo indiscusso di un epoca NFL a cavallo tra i due secoli.
La leggendaria storia sportiva di Kurt inizia come nelle più belle favole della vita, nel 1994, quando proveniente dalla Northern Iowa University, Kurt non viene, anzi viene letteralmente snobbato nell’NFL draft.

Kurt in maglia dei Panthers Northern Iowa University


Pochi mesi dopo per Warner arriva una bella opportunità, Green Bay che inizialmente lo mette sotto contratto dalla free agent, ma non crede fino in fondo in lui e lo svincola definitivamente dopo soli pochi giorni di allenamento. Da quell’infausto giorno dovranno passare 4 lunghi e interminabili anni, infatti solo nel 1998 Kurt si rimette in gioco, convinto di dover dimostrare a tutta la NFL quanto si fossero sbagliati sul suo conto. Capita così che provano a dargli un ultima possibilità gli allora St. Louis Rams, ingaggiando Kurt come terzo qb, riportandolo a “casa” dall’Europa, dove Warner era si era trasferito per fare il quarteback per gli Amsterdam Admirals.

Warner con gli Amsterdam Admirals


La magia del football stava per realizzarsi ancora una volta e l’anno dopo, come spesso accade, Warner sfrutta l’opportunità lanciata dal destino e diventa quarteback titolare, dopo un infortunio al menisco del QB1 Trent Green, anche lui preso dai Rams dalla free agent.
L’allora indimenticabile head coach dei Rams, Dick Vermeil, recitando la famosa frase “ci stringeremo attorno a Kurt e giocheremo del buon football” ebbe così l’occasione di schierare, contro il malumore di staff e opinione pubblica, la sua scommessa più azzardata, quel quarterback che non riusciva a stare nella tasca e tendeva a scivolare via per evitare il placcaggio.

Kurt Warner ai Rams


Da quel memorabile giorno fino al 2010, scout, insider, manager e coach si stropicceranno gli occhi, increduli davanti alle prestazioni e alle statistiche di Kurt.
1 Super Bowl vinto proprio nel 1999 (SB XXXIV contro i Titans), addirittura MVP del Super Bowl, 2 titoli MVP della lega, 1999 e 2001, 4 volte al pro bowl e 3 selezioni all-pro.
Primo per percentuale di completi nella storia dei playoff (66.5%), terzo di tutti i tempi per percentuali di completi in regular season (65.5%), introdotto nella leggenda della Hall of Fame di Canton, Ohio, nel 2017 e nella Hall of Famer dei Rams e degli Arizona Cardinals.

Warner il giorno della sua elezione alla Hall of Fame di Canton, Ohio


Kurt insieme a nomi legati ai Rams che fanno venire i brividi, per chi ha avuto la fortuna di assistere alle loro partite, che piano piano si stavano trasformando in pura poesia sportiva, nomi e leggende della NFL del calibro di Marshall Faulk, maestoso runningback, Isaac Bruce e Torry Holt, due tra i wide receiver più forti di tutte le ere NFL, mise in scena sul gridiron, Any given Sunday, uno dei momenti sportivi più ammirati nella storia degli Stati Uniti, un attacco così forte, così dominante che venne ribattezzato “the great show on turf”.
Qualcosa di mai visto prima, 1569 punti realizzati in 3 stagioni, tutte e tre da più di 500 punti a season, 115 passing touchdown, nel 1999 quando Kurt iniziò a dettare legge, la stagione dei Rams terminò con l’incredibile stats di 6639 yards conquistate. Qualcosa di fantastico era accaduto e Kurt ne era il protagonista assoluto.

In 12 anni di rivincite Kurt incanterà le platee della NFL, tanto che Hollywood nel 2021 gli dedicherà un film memorabile intitolato “American Underdog” che si ritiene sia obbligatorio vedere per gli appassionati di football e favole sportive a lieto fine.

La locandina del film “American Underdog”


Dal suo primo anno di rivincita, dove guidò la offense Rams con 4353 yds pass e 41 td, si passa al 2010 dove inizia un’altra brillante carriera. Infatti Warner tiene compagnia a tutti noi, durante la stagione del football, la domenica sera prima del kick off delle 19:00 ore italiane, insieme a Rich Eisen, Steve Mariucci e Micheal Irwin su NFL network, dove è un apprezzato e stimato analista, oltre che avere un proprio spazio molto gradito, dove intervista “faccia a faccia” vecchie leggende NFL, oppure giovani eroi del gridiron.

Kurt e la moglie insieme agli attori del film


Le favole alla fine esistono, soprattutto nel football americano, ma soprattutto per chi non conosce il significato della parola “impossibile” e rende tutto, con volontà e sacrificio, possibile.

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